Castrum di Murge di Santa Caterina, Rocca Imperiale (CS)
I confini dei territori dell’Impero bizantino hanno visto cambiamenti costanti tra il VI e XI secolo, alterando così l’entità dei territori dipendenti e la loro resa in risorse, agricoltura e tassazione. Infatti, come hanno osservato J.-M. Martin e G. Noyé (1989) nel loro studio sulla Liburia (Campania settentrionale), tali confini erano raramente lineari. Tuttavia, essi appaiono spesso protetti da kastra, come la serie di fortezze erette nel nord della Puglia, di cui uno, Vaccarizza (FG), risalente al X secolo, oggetto di scavo.
Il progetto propone quindi di esplorare le frontiere tra territori bizantini e territori limitrofi (Longobardi, Arabi in Sicilia e talvolta in Italia continentale, ecc) (Roma 2010). La determinazione di questi confini e dei loro cambiamenti nel tempo corrisponde all’analisi di ampi territori fluttuanti, in cui contatti e scambi culturali, commerciali e linguistici definivano identità etniche e politiche miste, talvolta create attraverso un’osmosi tra diverse popolazioni e società. Basti pensare agli enormi cambiamenti nelle dimensioni del territorio con le riduzioni dovute alle invasioni arabe in Sicilia, o all’avanzata nell’Italia meridionale durante la conquista dell’Imperatore Basilio I nel tardo IX secolo. Una valutazione archeologica dei territori e dell’amministrazione di frontiera, accanto alle fonti documentarie, richiede lo studio della cultura materiale, dall’insediamento, circolazione monetaria, iscrizioni e sigilli, all’antropologia, ecc., attraverso l’uso del GIS.